sabato 4 maggio 2013

The game that changed the south


Era il primo gennaio del 1926, era il dodicesimo Rose Bowl della storia. Gli Huskies campioni PCC aspettavano di scendere in campo per mettere le mani, finalmente, sul loro primo Rose Bowl come pronosticato dalla stampa dopo una stagione con dieci vittorie ed un pareggio con Nebraska

La Tulane University, campione della Southern Conference in coabitazione con Alabama, il 4 dicembre precedente aveva spedito coach Shaughnessy a conferire con il direttore atletico di Oregon Jack Benefiel i dettagli della partecipazione, l’allenatore pareva essere uscito soddisfatto dalla riunione, pur rimarcando che era il rettore a dover autorizzare la trasferta in California per sfidare i grandi favoriti della costa ovest. Secondo quanto riportato poi in “The Wow Boys: A Coach, a Team, and a Turning Point in College Football” di Johnson, fu proprio l’amministrazione del college a declinare l’invito considerando i propri ragazzi troppo “small” per competere con gli universitari di Seattle.

L’attenzione si era quindi spostata un po’ a sorpresa sull’altro emergente college del South, ovvero i co-campioni di Alabama, portati ad una ottima stagione da coach Wallace Wade al terzo anno a Tuscaloosa: solo Birminghiam Southern era riuscita a segnare un TD ai cremisi. Si trattava del primo bowl a cui Alabama partecipava da quando esisteva il suo programma sportivo, degno coronamento della stagione regolare chiusasi con nove vittorie su nove gare.

Il Bowl, all’epoca l’unico nel panorama del college football, era per la prima volta trasmesso con telecronaca diretta radiofonica di Charles Paddock, l’America guardava a Pasadena, dove allo stadio si assiepavano 55.000 spettatori. E lo spettacolo ripagò ampiamente i radioascoltatori e soprattutto i presenti, tanto da diventare, nell’immaginario comune, uno dei match più belli oltre che essere un punto di svolta nella storia degli equilibri di questo sport.

Ma la gara non presagiva tutto questo, soprattutto nei primi minuti. All’intervallo lungo, gli Huskies guidavano 12-0 grazie ad una maiuscola prestazione del runningback George Wilson con 174 yard di corsa, e cinque passaggi per 77 yard sulle  trecento di squadra, che avevano portato ad un TD per tempo, macchiati solo dalle due trasformazioni fallite dal receiver/kicker George Guttormsen.

Onestamente, ad Alabama serviva una specie di miracolo per raddrizzare una gara che aveva un’inerzia decisamente a loro sfavore. Fu l’infortunio di Wilson che lo tenne fuori la miseria di 22 minuti (di cui tutto il terzo quarto), a riaccendere i Crimson Tide, capaci in quei pochi giri di lancetta di segnare tutti i venti punti del loro Rose Bowl. Pooley Hubert diede i primi sei punti con una corsa dalla linea della iarda, il seguente calcio di Bill Buckler portò Alabama al -5 (12-7), dopo aver forzato gli Huskies al punt, Grant Gillis lanciò Johnny Mack Brown sulle 25 di Washington con il nulla davanti eccetto un avversario che il ricevitore di Alabama eluse per il 13-12 arrotondato da un nuovo calcio di Buckler. Il momento d’oro di Alabama si chiuse con un fumble sulle 30 degli Huskies, Hubert lanciò 27 yard di passaggio a Mack Brown che si fece gli ultimi tre passi attorniato dagli avversari ma superando la goal line, Buckler fallì la trasformazione che volle dire 20-12, e gli ultimi minuti di sofferenza per la squadra di Wade che si ritrovava di nuovo contro  Wilson, tornato in campo per gli ultimi minuti. Guttormsen si fece perdonare in parte i kick falliti nella prima metà di gara prendendo il passaggio di Wilson e riportando Washington a -2, la trasformazione affidata al piede di Cook dimezzò lo svantaggio ma gli Huskies non riuscirono ad andare oltre, fermandosi ad un’incollatura dal loro primo trofeo, che riuscirono a vincere solo trentaquattro anni dopo, nel 1960 contro Wisconsin.

La Alabama di Wallace Wade, con quella vittoria thrilling su Washington, iniziò quella che viene conosciuta come "Age of Dixie" dove le squadre del Sud (Tulane, Alabama, Georgia Tech) che disputeranno sette Rose Bowl vincendone tre e pareggiandone uno, giungendo ad avere cinque squadre campioni nazionali. Oltre a far erompere alabama nell’olimpo del college football, il match è da tutti ricordato come "the game that changed the south" perchè da questo momento, la suddivisione della rivalità non sarà più bipolare tra est e ovest, ma troverà nel sud degli Stati Uniti una terza area di competizione che guadagnerà rapidamente importanza, guidata da quella stessa Alabama che dopo il Rose Bowl del 1926 rivincerà il titolo nazionale altre quattordici volte.

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